April 24, 2024

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Storia del Chelsea Resort, l’hotel leggendario di New York

“Un caos spaventoso e ottimista, e allo stesso tempo la sensazione di una famiglia enorme, antiquata, protettiva”. Arthur Miller si rifugiò al Chelsea Hotel dopo la high-quality del matrimonio con Marilyn Monroe. E trovò più di un alloggio. Trovò una comune hippie, punk e folle, l’ultimo rifugio di Beat e bohemienne, nel senso puro del termine. Sembra ancora di sentire le risate di Janis Joplin, felice e sorridente nell’androne caotico, prima che la sorte avversa le si riversasse contro. Qui si fermavano Mark Twain, Charles Bukowski, e Thomas Wolfe, nonché Stormeé de Larvieré, la prima drag queen.

Il Chelsea Hotel era l’anima più eclettica di New York, ne rappresentava i sogni, l’ispirazione, gli ideali. E pensare che quando venne costruito, nel 1884, sulla 23esima strada, era l’edificio più alto della città, un elegante condominio in stile vittoriano gotico for every l’alta borghesia, nel cuore del distretto dei teatri. Quando il centro della scena migrò a Broadway, il Chelsea finì in rovina, nel 1939 venne rilevato dalla famiglia Bard, che l’ha gestito fino al 2007.

portrait of american playwright arthur miller 1915   2005 left and chelsea hotel owner and manager stanley bard 1934   2017 as they pose together outside the hotel's entrance, new york, new york, october 1994 photo by rita barrosgetty images
Arthur Miller e Stanley Bard, proprietario e direttore del Chelsea Resort ritratti insieme davanti all’ingresso dell’edificio (1994).

Rita BarrosGetty Images

“Mi ricordo bene di te al Chelsea Hotel”, cantava Leonard Cohen a proposito di questo luogo leggendario che ha dato casa e conforto (ma soprattutto sex, medicine and rock’n’roll) a un nutrito popolo di artisti. Film, canzoni, libri, non si contano le opere uscite da quelle stanze. Che forse erano sporche, malandate e disordinate, ma piene di storie, fascino e leggende.

centenarian artist ap cole paints a still life in his chelsea hotel studio, new york, new york, january 11, 1975 photo by allan tannenbaumgetty images
AP Cole dipinge nel suo studio al Chelsea Lodge (1975).

Allan TannenbaumGetty Visuals

Non si può descrivere l’atmosfera del Chelsea Hotel. Arte appesa alle pareti, graffiti psichedelici ovunque, le balaustre in ferro battuto finemente lavorate, i corridoi fumosi sempre pieni di gente che cantava, chiacchierava, qualcuno scriveva. Era un rifugio, più che un lodge. C’era la digicam 822 dove viveva una cantante ancora semisconosciuta, Madonna, che una notte si presentò con una star dell’arte, Basquiat, già famosissimo. Ci viveva anche Bob Dylan, strimpellando poesie in omaggio al suo poeta Dylan Thomas, morto alcolizzato proprio al Chelsea Hotel. La 126 period la stanza dei festini senza fantastic, la stanza di Iggy Pop, la stessa dove alloggiava Bette Davis tanti anni prima. Un altro habituè era Humphrey Bogart: tremavano alla reception quando arrivava, sempre ubriaco, lasciava la digicam ridotta a un inferno. La musa di Warhol Edie Sedgwick viveva alla 105, aveva il vizio di appiccare incendi, e aveva rischiato di incenerire tutto il palazzo ai tempi delle riprese di Chelsea Women di Andy Warhol.

a view of the front facade of the chelse

EMMANUEL DUNANDGetty Images

Erano belli e dannati Patti Smith e Robert Mapplethorpe quando lo frequentavano. Ci trovavi spesso Jack Kerouac, Allen Ginsberg e William Burroughs, andavano a trovare Herbert Hunke, che aveva ispirato l’Urlo di Ginsberg. Arthur C. Clarke ci aveva scritto 2001 Odissea nello spazio, su una macchina da scrivere a noleggio. E Joni Mitchell quella “Chelsea Morning” che sarebbe diventata la canzone di Bill e Hillary Clinton, tanto da chiamare Chelsea la figlia. Resort Chelsea è stata la location anche del provocatorio established fotografico realizzato da Helmut Newton, for each un numero di Max Magazine, nell’88, carico di atmosfere sadomaso con l’attrice italoamericana Jo Champa occur protagonista.

Sid Vicious lascia il Chelsea Lodge dopo la scoperta del cadavere della fidanzata Nancy Spungen nel bagno della digital camera 100.

New York Submit Archives

E poi ci viveva Nancy Spungen, la ragazza di Sid Vicious, uccisa dal bassista dei Sex Pistols nel bagno della camera 100, dove finì la storia d’amore più chiacchierata della storia del punk. I pellegrinaggi di fan in lacrime sono continuati fino a nostri giorni. Fino a quando le sorti dell’hotel più strambo della città – e forse del mondo intero – si sono capovolte, facendo chiudere for every sempre quel rifugio unico, dove vissero, crearono e morirono tanti artisti.

Oggi restano solo le sue mille storie. Ed Hamilton ne ha scritto anche un bel libro Leggende del Chelsea Hotel, pieno ricordi, personaggi e miti. Dopo anni di contrattazioni, battaglie legali e giochi al rialzo, quella comune polverosa e incasinata ha chiuso i battenti for every sempre, con un ingombrante bagaglio di ricordi. Un decennio di lavori di restyling ha messo la parola good in fondo alla storia del leggendario albergo. Al suo posto sorgerà, pare, un nuovo svettante albergo di lusso. Proprio quello di cui Manhattan aveva bisogno.

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